Quando si parla di curvatura del pene, bisogna fare attenzione alla sua tipologia. Si parla di forma congenita quando il pene è curvo dalla nascita (solitamente è la mamma ad accorgersi dell’anomalia) e si tratta di un’imperfezione propria della conformazione stessa del pene, che si manifesta con una curvatura verso il basso o verso l’alto e che può essere risolta chirurgicamente prima dei tre anni di vita ma solo nei casi gravi mentre una leggera inclinazione risulta una variante normale. Si parla invece di forma acquisita quando il pene diventa curvo improvvisamente o in seguito a sintomi che hanno preceduto la curvatura: in questo caso si parla di Malattia di Peyronie, detta anche Induratio Penis Plastica.
Si tratta di un disordine localizzato del tessuto connettivo che interessa la tunica albuginea dei corpi cavernosi del pene; questo disordine causa cicatrici fibrose che sostituiscono le fibre elastiche e modificano quindi la forma e la funzione del pene, causando la tipica sintomatologia consistente in riduzione dell’elasticità dell’organo, incurvamento del pene, presenza di una o più placche e, negli stati avanzati, spesso un deficit erettile.
In associazione, inoltre, si presenta una fastidiosa sensazione dolorosa, sia quando il pene è eretto che non, una difficoltà a mantenere l’erezione e una riduzione delle dimensioni del pene: è bene sapere che la deviazione del pene compare dopo molto tempo (mesi o anche anni dallo inizio della malattia) per cui purtroppo la diagnosi è spesso troppo tardiva, e ciò non consente risultati ottimali di guarigione. Infatti solo nel 5 % dei casi la diagnosi di malattia viene fatta precocemente, cioè accertata allo stadio iniziale (che è uno stadio infiammatorio, senza però, il più delle volte, alcun disturbo al paziente) in cui una adeguata e corretta terapia potrebbe prevenire l’evoluzione della malattia verso fibrosi e consentire la guarigione totale.
L’incidenza è del 7% della popolazione maschile tra i 50 e 70 anni e si sono riscontrati anche svariati fattori predisponenti, quali l’ereditarietà, età avanzata, interventi chirurgici alla prostata o concomitanza di malattie del tessuto connettivo.
Ma cos’è che determina la formazione del tessuto fibroso-cicatriziale?
Ci sono ancora dei punti di domanda a riguardo, ma una delle ipotesi più accreditate è l’origine traumatica ai danni del pene, quindi eventi traumatici che possono essersi verificati durante rapporti sessuali, incidenti sportivi, stradali o anche sul posto di lavoro. Tuttavia quest’ipotesi non risulta del tutto provata, in quanto alcuni individui sviluppano un nodo fibroso- cicatriziale pur non avendo mai subito traumi importanti.
Oltre ai trattamenti farmacologici che spesso avvengono con iniezioni locali e interventi chirurgici quando la curvatura del pene è severa, può essere consigliabile affiancare alle valutazioni mediche e specialistiche un percorso di counselling psico-sessuologico del singolo e/o della coppia. Le ripercussioni nella sfera personale e di coppia, sia dal punto di vista affettivo che sessuale, possono essere infatti importanti e talvolta difficili da superare senza un sostegno esperto. L’uomo può sperimentare sensazioni soggettive negative, calo dell’autostima, della fiducia personale, compromissione della virilità, tutto questo associato a preoccupazioni ed ansia per le prestazioni sessuali che spesso rimangono inconcluse, e distorsione della propria immagine corporea.
Il sessuologo può quindi sostenere e supportare il vissuto dell’uomo e della coppia, favorire la comunicazione delle emozioni rispetto a situazioni che intaccano una sessualità serena e soddisfacente, far emergere eventuali conflitti coniugali, soprattutto nel caso in cui si stia cercando di avere dei figli e la problematica crei ostacoli; dunque, può favorire un recupero dell’intesa e aiutare il partner a diventare una risorsa ed un supporto vicendevole per l’altro.
Ringrazio per la collaborazione la Dott.ssa Vanessa Russo