La sessualità rappresenta una parte della nostra vita nella quale ciascuno ha l’occasione di sperimentarsi e contemporaneamente di esprimersi. In modo analogo, possiamo pensare che la “scelta” dei nostri partner, con tutte le componenti inconsapevoli e irrazionali del caso, corrisponda all’apertura e alla disponibilità verso nuove esperienze o alla necessità, invece, di conservare e mantenere schemi più noti e rassicuranti.
Queste due tendenze si possono alternare nella vita, oppure prevalere su un unico versante, ma in entrambi i casi saranno il frutto di una nostra determinazione e delle nostre priorità emotive più profonde che spesso ci restano oscure.
Un tema di grande interesse, che man mano ha preso sempre più corpo nella sessuologia scientifica nel corso degli anni, è quello della conoscenza di un fenomeno noto come “collusione”; con quest’ultima, infatti, si intende un “incontro perfetto”, una sorta di incastro magico, tra aree deboli o critiche di ciascun individuo che compone una coppia, che nell’esclusività di quella unione trovano un modo per stare insieme.
Nello specifico della sessualità, il tema delle dinamiche relazionali ed intime che intercorrono tra una donna con vaginismo e il partner è ricco di interesse e ipotesi. Il vaginismo rappresenta, infatti, una disfunzione sessuale che, tramite la contrazione dei muscoli che si trovano nell’atrio vaginale, impedisce la penetrazione. Ne sono noti diversi livelli, che passano dalla possibilità di penetrazione solo a seguito della rassicurazione della donna, all’impossibilità totale di avvicinamento ai genitali; l’impatto sulla salute della donna è certamente forte, non solo a causa della mancata penetrazione e quindi di un’impossibilità di gravidanza, ma anche per la diffusissima incapacità di sottoporsi a una visita ginecologica completa. Qualsiasi oggetto sia pensato per entrare in vagina è visto come minaccioso e uno speculum, un tampax o il pene non fanno grande differenza nel vissuto di queste donne.
Data la difficoltà e la sensazione di disagio, si è cercato di mettere in luce anche il corrispettivo versante emotivo dei partner. In questi casi non è infrequente trovare sensazioni di rifiuto, senso di colpa o rabbia.
Ciò che una recente ricerca, pubblicata su Sexual and Relationship Therapy, ha cercato di far emergere è la storia sessuale di uomini che si trovano in relazioni stabili e durature con donne con tale disagio. Il team diretto da Verena Klein, dell’Università di Amburgo, ha selezionato 17 coppie in trattamento per il vaginismo e ha messo in luce le caratteristiche più frequenti della storia sessuale dei partner, attraverso l’analisi delle cartelle cliniche e delle sedute durante il trattamento. Il dato più significativo emerso è che la maggioranza degli uomini ha avuto scarsa o assente vita sessuale prima della attuale relazione; unitamente a ciò, la gran parte di essi riportava la presenza di disfunzioni dell’erezione.
Ad essere prevalenti da questi risultati sono, pertanto, la mancanza di conoscenza e di sperimentazione sessuale e una disfunzione che mette l’uomo nell’incapacità di penetrare la propria partner. Tradotto in parole povere questi uomini condividono a modo loro la motivazione della propria donna ad evitare un rapporto completo. Aggiungo che spesso si tratta di maschi particolarmente accondiscendenti e disponibili per cui agli occhi degli altri queste coppie possono apparire invidiabili e l’unico aspetto che salta agli occhi è l’assenza di figli magari dopo anni di matrimonio.
Tali risultati ci parlano, quindi, di come la “collusione”, l’incontro “perfetto” al servizio di un sintomo, sia qualcosa che può presentarsi con grande precisione in una coppia, enfatizzando ulteriormente la natura profondamente relazionale della sessualità.
Ringrazio per la collaborazione la Dott.ssa Elisabetta Todaro