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28 marzo 2015: Seconda Giornata Mondiale dell’Endometriosi

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Endometriosi

L’endometriosi è una patologia ginecologica complessa, tipica dell’età fertile, che si caratterizza per la presenza del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, l’endometrio, in altre parti del corpo. Si tratta di tessuto sano ma impiantato al di fuori della sua sede normale e che, sotto l’influenza ormonale, subisce le modificazioni cicliche tipiche del periodo ovulare e mestruale. Anche se nel 20-25% dei casi la patologia è asintomatica, è possibile descrivere l’endometriosi come una malattia fortemente invalidante, in grado di compromettere in maniera significativa la qualità della vita delle donne che ne sono affette, sia da un punto di vista psicologico che sessuale.

L’endometriosi si evidenzia come una patologia ad eziologia e prevalenza estremamente eterogenea e si manifesta nella popolazione europea con un’incidenza di circa il 10%, con tre milioni di casi conclamati solo in Italia. Questi dati sono purtroppo una sottostima dei casi reali, sia a causa delle difficoltà insite nel processo diagnostico, sia per una diffusa disinformazione che circonda la patologia tra le donne e il personale sanitario.

I sintomi lamentati dalle pazienti si presentano con una variabilità molto ampia sia nella tipologia che nell’intensità; tra i più frequentemente riportati dalle pazienti troviamo: dismenorrea, ossia dolore mestruale intenso e debilitante, dolore pelvico cronico, dispareunia profonda, ossia dolore associato al rapporto sessuale, dolore ovulatorio, dolore al momento dell’evacuazione e/o difficoltà nell’urinare.

L’endometriosi mostra, quindi, un ampio spettro di sofferenze, strettamente connesso alla periodicità del ciclo mestruale e che necessita di essere considerato anche alla luce delle sue forti implicazioni psico-emotive. Alcuni degli effetti psicologici negativi più comuni possono includere stati d’ansia, depressione, problemi relativi all’immagine corporea e difficoltà ad accettare una femminilità che si prospetta dolente. Questi elementi possono creare, a loro volta, forti stati di tensione nelle relazioni sociali, affettive e lavorative, oltre che effetti indesiderati sulla vita sessuale.

Proprio per tali considerazioni attualmente si sta facendo molto sia a livello nazionale che internazionale. Come già trattato in precedenti articoli, dopo anni di dure lotte e attività di sensibilizzazione, finalmente l’endometriosi è stata inserita all’interno delle nuove tabelle INPS delle malattie invalidanti. D’ora in poi, quindi, a seconda dello stadio e della gravità della patologia, le donne acquisiranno dei punti utili al calcolo della percentuale riconosciuta di invalidità civile.

Notizie interessanti sembrano poi arrivare anche dalla scienza: da un recente studio condotto da Signorile e Blasi, della Fondazione Italiana Endometriosi (F.I.E.) e pubblicato sul Journal of Cellular Physiology, è emerso che per diagnosticare l’endometriosi, in un prossimo futuro, potrebbe essere sufficiente sottoporsi ad un semplice esame del sangue. Lo studio in questione porta il titolo di Serum biomarker for diagnosis of endometriosis: gli esperti, nel tentativo di trovare un test diagnostico non invasivo, hanno analizzato le proteine presenti nel sangue di 5 pazienti affette da endometriosi, confrontandole con quelle presenti nel sangue di 5 donne senza endometriosi. Le molecole presenti solo in presenza di questa malattia sono state identificate e verificate ulteriormente in altre 120 pazienti. Secondo Signorile questa scoperta apre una nuova era: il test, oltre a non essere invasivo, è anche altamente sensibile e consente la diagnosi anche in fasi precoci dell’endometriosi.

Il ritardo della diagnosi, che spesso caratterizza questa patologia, causa gravi conseguenze negative dal punto di vista psicologico, relazionale e professionale. Le donne che hanno una diagnosi tardiva, sperimentano frustrazione, sentimenti di sfiducia nei confronti dei medici, bassa stima di sé, si sentono poi spesso incomprese da parte di amici, familiari e colleghi di lavoro. Una diagnosi precoce, invece, consente loro di poter trovare strategie adatte per la gestione dei sintomi dolorosi e di riconquistare la qualità di vita desiderata. Risulta quindi chiara l’importanza di un tale risultato scientifico e lodevole la continua campagna di sensibilizzazione dedicata all’endometriosi.

Il 28 marzo 2015 si terrà in tutto il mondo la Seconda Giornata Mondiale dell’Endometriosi. Esattamente come un anno fa, precisamente come il 13 marzo 2014, in 50 capitali si terrà la Million Woman March for Endometriosis, una marcia volta alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzione nei confronti di questa malattia che colpisce tantissime donne, ma rispetto alla quale si conosce ancora poco. L’evento ha lo scopo di informare l’opinione pubblica intera e si prefigge in particolare l’obiettivo di aiutare queste donne, migliorando il livello di conoscenza degli operatori sanitari e sensibilizzando l’opinione pubblica e le autorità politiche rispetto alla valutazione delle problematiche specifiche.

Anche l’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma (ISC) da anni è coinvolto su questo tema: quest’anno, in occasione della Seconda Giornata Mondiale dell’Endometriosi e della Million Woman March for Endometriosis, l’ISC darà il suo contributo attraverso la campagna “Endometriosi: diamo voce al silenzio”. Si tratta di tre giornate di consulenza telefonica, anonima e gratuita, dedicate alle tematiche riguardanti questo argomento specifico; il 25, 26 e 27 marzo 2015, i consulenti esperti dell’Istituto risponderanno al numero 06-85356211/06-85355507, dalle ore 15 alle 19, fornendo ascolto, sostegno, orientamento e informazioni utili a tutti coloro che desiderano conoscere meglio questa patologia.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito web: www.sessuologiaclinicaroma.it

Ringrazio per la collaborazione la Dott.ssa Laura Falesiedi


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