Definire l’orgasmo femminile è compito tutt’altro che semplice. Sebbene siano chiari i meccanismi fisiologici che accompagnano l’orgasmo, occorre considerare gli aspetti della soggettività e del vissuto personale di piacere che non possono essere chiaramente e nettamente classificati poiché variabili da donna a donna oltre che da contesto a contesto. In sintesi ogni evento di questo tipo può avere risonanze emotive e personali differenti.
Nel tentativo di dare una definizione il più chiara possibile, nel 2003, i principali esperti del settore si riunirono giungendo alla seguente conclusione: “l’orgasmo femminile è rappresentato da un variabile e transitorio picco di piacere tale da creare uno stato alterato di coscienza che di solito si accompagna ad involontarie contrazioni ritmiche della muscolatura pelvica striata, contrazioni uterine con concomitanti contrazioni anali e miotonia, portando ad una sensazione personale di benessere e soddisfazione”.
Più semplicemente, si può affermare che l’orgasmo è un’esperienza squisitamente soggettiva, che si accompagna ad un variabile grado di piacere e ad una perdita momentanea della coscienza. Dal punto di vista fisiologico è un riflesso sensoriale-motorio, associato a modificazioni neuroendocrine (tra cui un picco plasmatico di ossitocina), somatiche e neurovegetative (correlate con una massiccia attivazione cerebrale).
I benefici che accompagnano l’esperienza dell’orgasmo sono numerosi e si manifestano a più livelli. Durante e dopo l’orgasmo, infatti, si può sperimentare naturalmente maggiore soddisfazione sessuale, ma non solo. È stato evidenziato che molte donne percepiscono una migliore salute mentale, migliori relazioni con partner ed amici, livelli più elevati di qualità di vita, aumento di autostima e riduzione di ansia e depressione. Molti esperti affermano, infatti, che l’orgasmo una volta a settimana è una buona medicina poiché diminuiscono i livelli di stress, si combatte l’insonnia, ha luogo una maggiore stimolazione cerebrale, la forma fisica migliora così come l’ossigenazione del sangue e la circolazione.
Parlando di orgasmo, i descrittori più comuni ruotano intorno al concetto di piacere, confermando lo status normativo dell’orgasmo come il ''gold standard'' del piacere sessuale, la misura di un “buon sesso” per entrambi i membri della coppia. Una simile idealizzazione dell’orgasmo porta a considerare la sua assenza come un elemento preoccupante per le donne e i loro compagni, che può colpire negativamente l’immagine di sé e della propria femminilità, insieme alla sfera del benessere emotivo, limitando perfino il godimento del partner.
Non stupisce, quindi, che spesso si senta parlare o ci si interroghi rispetto all’orgasmo femminile. Una delle domande che più frequentemente viene posta o ci si pone ruota attorno al “mito” delle donne che fingono l’orgasmo: sarà vero? Dall’analisi della letteratura scientifica emerge che il 70% delle donne non prova abitualmente l’orgasmo durante il rapporto sessuale contro il 90% degli uomini che dichiara di sperimentarlo in ogni rapporto. A molte di queste donne potrà essere capitato di fingere per le motivazioni più svariate. Una ricerca di Opperman e dei suoi collaboratori del 2013 ha messo in luce alcune delle più frequenti spiegazioni fornite: le donne eterosessuali fingono l’orgasmo con i loro compagni per mostrare amore nei loro confronti; per affermare le “competenze sessuali” degli uomini (sexpertise), per renderli felici e mantenere un buon funzionamento sessuale nei loro compagni; per apparire “normali” e partner sessualmente adeguate. Si finge l’orgasmo anche quando si sa di non poterne avere uno (ad esempio: ''non sono dell'umore giusto e so che non avrò un orgasmo”), per paura di perdere la relazione o di essere tradite o per abbreviare i tempi del rapporto sessuale.
Sebbene siano stati chiariti i principali motivi per cui spesso si finge un orgasmo, non sono altrettanti chiari i motivi per cui non è utile reiterare questo comportamento. Sarebbe bene far comprendere che fingere spesso l’orgasmo non aiuta affatto l’intimità di coppia e viene meno la possibilità di far apprendere all’altro quali siano i comportamenti specifici che possono facilitarlo. Richiedere la consulenza di un esperto, piuttosto, potrebbe rivelarsi molto utile per ricevere informazioni su anatomia e fisiologia della risposta sessuale femminile e per ottenere un sostegno di coppia o individuale che permetta di fronteggiare in maniera più efficace la situazione.
Ringrazio per la collaborazione la Dott.ssa Luisa Nocito