È stata approvata dalla Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia americana che stabilisce quali farmaci andranno in commercio, la Flibanserina, nota impropriamente come “viagra rosa”: al momento questa molecola debutta negli USA ma ci auguriamo che presto anche le donne di altri Paesi potranno utilizzarla in caso di bisogno.
Nonostante il nome utilizzato per la nuova pillola, le analogie con il viagra maschile non sono molte: il Sildenafil, infatti, agisce sulla disfunzione erettile e quindi interviene nella fase dell’eccitazione mentre Addyi, nome commerciale del nuovo farmaco, interviene nel sistema nervoso centrale, stimolando la serotonina, la dopamina e la noradrenalina coinvolte nei meccanismi alla base del desiderio femminile. Un’altra differenza è relativa al fatto che mentre il viagra maschile viene assunto “on demand”, quindi prima del singolo rapporto sessuale, la Flibanserina va assunta tutti i giorni per un ciclo di 8 settimane per garantire un effetto a medio e a lungo termine. Inoltre, il “viagra rosa” è indicato soltanto per le donne in premenopausa e menopausa.
Prodotto dalla Sprout Pharmaceuticals, azienda farmaceutica con sede nel North Carolina, il nuovo farmaco sarà commercializzato, previa prescrizione medica, negli Stati Uniti a partire da ottobre. La FDA aveva già bocciato due volte questa molecola: la prima nel 2010 e la seconda nel 2013; gli esperti ritenevano insufficienti le prove di efficacia a fronte di effetti collaterali come ipotensione, possibilità di perdita di coscienza, stanchezza, nausea. Al tempo, tuttavia, l’ente sottolineò l’importanza di continuare a fare ricerca per rispondere a un bisogno femminile reale fino ad arrivare all’approvazione nel giugno 2015.
Proclamandone l’approvazione, il Dr Janet Woodcock, un alto funzionario della FDA, riferisce che l’agenzia era “impegnata a sostenere lo sviluppo di trattamenti sicuri ed efficaci per disfunzione sessuale femminile”. Sally Greenberg, direttore esecutivo della National Consumers League, dichiara: “Questo è il più grande passo avanti per la salute sessuale delle donne”. Non possiamo che trovarci completamente d’accordo. Questa nuova opportunità farmaceutica è la prima a venire incontro ad una difficoltà sessuale femminile che tra l’altro sembra essere la più diffusa (i dati internazionali ci dicono che in genere il 40% delle donne può avere una qualche forma di desiderio sessuale ipoattivo). Inoltre, è importante soffermarci sul fatto che, così come accadde per il viagra maschile ormai 17 anni fa, il nuovo farmaco incoraggerà molte donne a parlare con i medici circa i loro problemi sessuali per la prima volta; questo potrebbe far emergere molte problematiche sommerse e permettere a molte donne di conoscere le possibilità di aiuto esistenti.
L’approvazione del farmaco sembra essere quindi un fatto molto positivo, non tanto per “medicalizzare” la risposta sessuale delle donne, piuttosto perché anche la scienza oggi con questo primo prodotto allarga la visione femminile, finora limitata alla contraccezione, alla vita erotica non lasciandola in esclusiva agli uomini. Tuttavia è importante ricordare l’assoluta necessarietà di un’attenta diagnosi e di una buona consulenza psicosessuologica sull’utilizzo dei farmaci. È ormai chiaro, infatti, che i farmaci inseriti all’interno di un adeguato percorso e di un intervento integrato hanno una maggiore efficacia. La letteratura internazionale è ormai unanime nell’abbracciare l’idea che qualsiasi forma di malattia possa essere compresa e spiegata solamente facendo riferimento ad un modello biopsicosociale che tenga conto della dimensione biologica, psicologica e sociale dell’individuo.
Del resto lo stesso comunicato della FDA lo conferma “L’Addyi è un agonista recettore 1A della serotonina e antagonista recettore 2A, ma il meccanismo per cui il farmaco migliora il desiderio sessuale e i relativi disturbi è sconosciuto”. Forse il mistero è legato semplicemente alla non considerazione della complessità e all’idea che possa un solo fattore, sia esso biologico, psicologico o sociale, determinare un cambiamento.
Ringrazio per la collaborazione la Dott.ssa Laura Falesiedi