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Se lei è attraente posso non proteggermi?

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sesso protetto

Avere un aspetto attraente e piacevole può influenzare in modo significativo la risposta del contesto di appartenenza. Tale fenomeno è stato oggetto di film, libri e eventi di vita quotidiana, nei quali oltre ad emergere il versante del maggior “potere” di cui disporrebbero le persone di bell’aspetto sugli altri, è stato analizzato anche il rischio di essere giudicati in modo pregiudizievole per l’unico valore costituito dalla propria estetica.

Che questo accada nelle interazioni sociali quotidiane può farci pensare che valga anche per i rapporti sessuali? Motivati dalla sempre maggior diffusione dei social network come strumenti di conoscenza, incontro e scambio sessuale, diversi ricercatori hanno sostenuto nel tempo l’ipotesi di un’associazione tra l’attrattività percepita e la salute sessuale. I loro studi, condotti soprattutto tra uomini e donne eterosessuali, hanno dimostrato che più una persona viene valutata di bell’aspetto, meno le viene attribuita la possibilità di essere affetta da una patologia psicologica o cronica.

Nonostante alcune patologie possano intaccare direttamente l’estetica della persona, altre, come le Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST) non danno, nella maggioranza dei casi, alcun segno evidente della loro presenza. Nonostante questa affermazione sembri ovvia a tutti, è stato dimostrato che la maggioranza delle persone intervistate in questi studi si sentissero in grado di giudicare se chi stavano osservando fosse affetto da MST o da HIV dal solo aspetto fisico.

Un recentissimo studio pubblicato sul British Medical Journal da Eleftheriou e collaboratori sostiene proprio questo: i partecipanti allo studio, 51 uomini eterosessuali compresi tra i 18 e i 69 anni, hanno compilato un questionario online nel quale veniva chiesto di fare alcune valutazioni su 20 donne ritratte in fotografie che ne riprendevano solo il volto. I risultati hanno rivelato che valutando una donna esteticamente più attraente, scendeva, da parte degli uomini partecipanti, la percezione che potesse avere una MST e più bassa diveniva l’intenzione dichiarata di utilizzare un preservativo nell’eventualità di un rapporto sessuale. Le donne stimate esteticamente meno gradevoli, invece, sono quelle a cui è stata attribuita una maggior probabilità di MST e, in questo caso, l’intenzione di utilizzare il condom in un potenziale rapporto sessuale cresceva.

Un’ulteriore analisi dei fattori che influenzavano la scelta di utilizzare ipoteticamente il condom era legata a più bassi livelli di soddisfazione della propria vita sessuale negli ultimi 12 mesi, l’essere in una relazione di coppia stabile, età più alta del primo rapporto sessuale, aver avuto nella vita un elevato numero di partner sessuali e una dichiarata minor conoscenza delle MST.

Sebbene il “potere” della bellezza fisica possa non stupirci, a colpire è il forte ruolo che esso può avere nella nostra vita in svariati modi. Il primo riguarda la capacità della “prima impressione” di azzerare la razionalità: pur sapendo che le MST spesso non siano evidenti, ci si affida al pregiudizio o al valore di ciò che è bello. Il secondo riguarda le antiche credenze che vedono prevalere l’equazione brutto=malato, che non solo possono contribuire a fortificare i muri della distanza sociale, ma riescono anche a mettere a rischio la propria salute.

Certamente in tale settore di studi c’è ancora molto da fare. Non è chiaro, ad esempio, se ci possano essere fattori specifici associati al genere - le femmine ragionano allo stesso modo?- o all’orientamento sessuale -omosessuali o bisessuali utilizzerebbero gli stessi canoni?

Ringrazio per la collaborazione la Dott.ssa Elisabetta Todaro


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