Sebbene l’infertilità maschile sia comune come quella femminile, spesso è sotto diagnosticata a causa di fattori socioeconomici fra i quali lo stigma sociale, dato che molto spesso un uomo infertile è visto come “meno virile”, gli alti costi della valutazione e la scarsa disponibilità di laboratori specializzati.
Si stima che nel 40% delle coppie con problemi di fertilità, oltre 45 milioni di casi in tutto il mondo, la causa sia ascrivibile all’infertilità maschile. Se molte donne vanno dal proprio ginecologo per effettuare test della fertilità, anche più volte nel corso della vita, molti uomini addirittura non hanno nemmeno un andrologo di fiducia, né tantomeno hanno effettuato un test della fertilità che, peraltro, può far scoprire fin dall’inizio patologie anche gravi come i tumori.
Per facilitare questo test, alcuni Autori statunitensi hanno sviluppato una applicazione per cellulari che può essere usata a casa o in una clinica, quando questa può non avere accesso al laboratorio analisi. La tecnologia applicativa per smartphone sembra non avere più limiti e risulta sempre più utilizzata anche per aspetti relativi alla salute e, quindi, anche quella sessuale. Il sistema, dettagliatamente spiegato in un recente articolo sulla rivista Science Translational Medicine, si rivela particolarmente efficace per analizzare il nostro stato di salute nei confronti di un problema che oggi affligge molti uomini.
Ma come funziona nello specifico questa applicazione? Basta versare una goccia di liquido seminale sull’obiettivo di una sorta di cinturino esterno da adagiare sulla fotocamera smartphone e l’applicazione fa tutto il resto. Il compito del dispositivo aggiuntivo è quello, non solo di evitare il contatto diretto tra lo sperma e lo smartphone, ma di ridurre in frammenti microscopici gli elementi che compongono il seme così da poter essere analizzati singolarmente dal software spermatozoo per spermatozoo.
I ricercatori, in tal modo, hanno reso possibile una ripresa video delle cellule che compongono il seme che seguono poi un’attenta analisi da affidarsi al software e quindi alla sede medica centrale che valuterà il livello di fertilità o meno. In caso di problemi, il paziente sarò avvertito ed invitato ad una consultazione medica presso una sede di sua scelta. Al contrario, invece, se lo smartphone riporta una condizione di normalità si può star tranquilli e non sarà necessario un successivo intervento specialistico.
Il dispositivo, attualmente sperimentato su 350 campioni raccolti presso il Massachusetts General Hospital, è stato in grado di identificare correttamente anomalie nella concentrazione e nella capacità di movimento degli spermatozoi, basandosi sui limiti fissati dall’Oms, nel 98% dei casi. L’accuratezza dell’approccio è emersa molto simile a quella dello spermiogramma computerizzato, anche se utilizzato da un utente senza una preparazione specifica e senza una competenza clinica.
Allo stato attuale, il dispositivo è un prototipo: i ricercatori stanno proseguendo i test e hanno già sottoposto il progetto all’approvazione delle autorità sanitarie statunitensi. Certamente siamo di fronte ad una nuova e interessante frontiera della moderna medicina preventiva. Tuttavia, visto l’impatto emotivo negativo che l’infertilità riveste in molti uomini, riteniamo che andrebbe valutato attentamente il vissuto di un uomo che si sentirà diagnosticato come “infertile” da uno smartphone, togliendo il ruolo che una comunicazione efficace della diagnosi da parte di un operatore sanitario potrebbe offrire nel farlo sentire preso in carico e meno solo.
Ringrazio per la collaborazione il Dott. Stefano Eleuteri