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Bi-sessualità negata: l’invisibilità dei bisessuali

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bisessualità

Il tema della bisessualità viene introdotto all’inizio del secolo scorso negli scritti di Freud pur essendo stato coniato dall’amico Fliess che la riteneva la norma negli esseri umani. Freud accolse con favore quest’ipotesi e nello specifico, in “Fantasie isteriche e loro relazione con la bisessualità”  scriveva che “un sintomo isterico è l’espressione, da un lato, di una fantasia sessuale inconscia maschile e, dall’altro, di una femminile…”.
Tuttavia, il termine inizia ad emergere con maggiore forza negli anni ’50 quando il Darwinismo diventa popolare e con esso la sua definizione di piante, animali e antenati sessualmente indifferenziati e androgini.

L’orientamento sessuale costituisce uno degli aspetti fondamentali dell’identità sessuale dell’individuo. La preferenza erotica definisce l’attrazione sessuale di ognuno e può essere diretta verso persone del sesso opposto (eterosessualità), dello stesso sesso (omosessualità), di entrambi i sessi (bisessualità) o verso nessuno (asessualità). Forse è proprio per questo aspetto di definizione che la bisessualità non è sempre considerata positivamente. Si è soliti pensare che i bisessuali non abbiano espresso una propria preferenza sessuale non avendo “scelto” di preferire uno dei due sessi e provando attrazione per entrambi oppure si crede che siano persone omosessuali che stanno ripensando alla propria sessualità e che si stiano sperimentando nei rapporti anche con l’altro sesso al fine di comprendere meglio se stessi.

Nel 2016 su Journal of Bisexuality è stato pubblicato un articolo dal titolo “Challenging Binaries by Saying Good Bi: Perceptions of Bisexual Men's Identity Legitimacy” che tenta di dare una nuova lettura della visione della bisessualità. Solitamente gli individui bisessuali, infatti, vanno incontro ad una doppia discriminazione: quella proveniente dalle comunità eterosessuali e quello proveniente dalla comunità gay.

Bisessualità, promiscuità ed instabilità sono termini che viaggiano spesso insieme e l’unione dei tre non porta buone notizie per le persone bisessuali. L’aspetto di promiscuità li rende partner meno affidabili poiché in loro non viene rintracciata la capacità di mantenere delle relazioni stabili; l’instabilità affibbiata è dovuta, inoltre, al fatto che l’orientamento bisessuale sia comunemente, ma erroneamente, concepito come un aspetto transitorio della sessualità dovuto ad una mancanza di conoscenza di sé o ad una negazione della propria omosessualità. Tuttavia, diversi studi hanno dimostrato la stabilità dell’orientamento bisessuale nel tempo.

Con il termine Bifobia si indica proprio questo tipo di atteggiamento di avversione verso la bisessualità. Molto spesso le persone bisessuali, a causa dello stigma vigente, decidono di non dichiararsi e scelgono di vivere in segreto questo aspetto della loro vita anche se un simile atteggiamento porta a più alti tassi di depressione, ideazione suicidaria e abuso di sostanze.

In tal senso, sarebbe utile favorire una giusta informazione rispetto al significato che ognuno attribuisce al proprio orientamento sessuale. Eliminare lo stigma passa attraverso un intervento educativo in cui sia favorita la conoscenza dei molteplici aspetti che compongono l’identità sessuale. Un supporto psicologico potrebbe essere utile, invece, alla persona bisessuale nel percorso di accettazione del proprio orientamento sessuale nonostante le difficoltà del contesto per migliorare il benessere psicofisico della persona.

Ringrazio per la collaborazione la Dott.ssa Luisa Nocito


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