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Tradire o rimanere fedeli: dalla scienza le motivazioni per non “cadere in tentazione”

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tradire o rimanere fedeli

Tradire o rimanere fedeli: questo è il dilemma che attraversa la mente di molte persone che vivono una relazione di coppia e si trovano a contatto con una “novità” dal potere seduttivo. Nel film di Paolo Genovese “Immaturi – Il Viaggio”, si assiste alla discussione di una giovane coppia, interpretata da Raul Bova e Luisa Ranieri, sull’unica condizione che rassicuri rispetto alla capacità di essere fedele: essersi trovati in una situazione allettante in passato ed essere stati “forti”, non cadendo in tentazione. Spostando l’attenzione dal fotogramma cinematografico alla vita reale, quale motivazione sceglieremmo per spiegare la nostra “fedeltà” al partner? Quali sono le motivazioni che portano a non tradire?

Probabilmente la prima motivazione, per la maggior parte delle persone, verterebbe sulla sfera sentimentale; nel senso comune, infatti, l’amore è quel collante che non solo assicura la stabilità in una coppia, ma che garantisce l’esclusività del rapporto. Non a caso, per la maggior parte delle tappe cardine di una famiglia tradizionale, quello amoroso viene dichiarato come primo sentimento che spinge alla realizzazione di ogni step. È davvero questo? Avviene davvero primariamente per amore la voglia di convivere, sposarsi e fare dei figli?

La ricerca scientifica ha spesso risposto negativamente. Alla base di molti comportamenti che ci spingono ad entrare in relazione con gli altri (dall’esperienza di fare sesso a quella di diventare genitori), le motivazioni che gli esseri umani adducono, se intervistati, hanno a che fare con le più svariate dinamiche, tra le quali l’affettività costituisce solo uno degli aspetti, tra centinaia. Motivazioni legate all’acquisire uno status più riconosciuto ed apprezzato nel proprio contesto sociale e familiare, alla crescita personale, alla percezione di maggior potere e capacità sono spesso tra le principali. Perché avviene questo?

Un gruppo di ricercatori israeliani ha provato a rispondere alla domanda, sintetizzando i risultati dello studio condotto affermando “human beings are creatures of cognition” (Gli esseri umani sono contraddistinti dall’uso della ragione). Pertanto, nonostante l’irrazionalità faccia parte del nostro funzionamento, alcuni aspetti dell’esistenza sembra siano soggetti ad un processo di valutazione molto più attento di quello che potremmo pensare. Lo stesso, a quanto pare, vale per la fedeltà al partner.

In due studi, pubblicati recentemente sul Journal of Sex Research, gli sperimentatori hanno reclutato un gruppo di 423 partecipanti, invitandoli a compilare un questionario sull’importanza percepita di 29 ragioni per resistere alla tentazione di tradire il partner. I partecipanti, inoltre, sono stati chiamati ad esprimere un grado di accordo su alcune affermazioni che riportavano la possibilità di cedere a rapporti extramatrimoniali, laddove fosse capitata l’opportunità. Alcune condizioni sono risultate significative nel resistere all’ipotetico tradimento: essere femmina, avere credenze religiose più marcate ed essere sposati da poco tempo. Dalle analisi compiute è emerso come le motivazioni legate al mantenimento di uno “standard” morale (perdere la stima degli altri e di se stessi) e la preoccupazione di rimanere soli erano più forti nel mantenersi fedeli al partner rispetto a quelle legate alla presenza di figli (perdere la quotidianità del rapporto, dare un dolore, perdere l’autorità genitoriale) o di altre persone (perdere la stima degli amici, provocare sofferenza al partner o ad altre persone della propria cerchia). Le motivazioni legate all’affettività sembrano, quindi, meno capaci di porre un freno ad una potenziale scappatella.

C’è da aggiungere che lo studio presenta il limite di essere condotto in un paese che potrebbe avere delle specificità (disparità tra i generi, importanza della dimensione religiosa) che non lo rendono universalmente valido. Ad ogni modo, ciò su cui questa ricerca ci fa riflettere è l’importanza assai più relativa nella pratica rispetto alla teoria dell’idealizzazione compiuta sui sentimenti amorosi che, seppur importanti, non sono l’unico aspetto che garantisce l’unione e l’armonia di una coppia stabile e duratura.

Ringrazio per la collaborazione la Dott.ssa Elisabetta Todaro


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