Le droghe influiscono sulla sessualità in modo diverso a seconda della sostanza, delle risposte individuali e soprattutto dell’uso che se ne fa. Quel che è certo è che l’abuso e la dipendenza hanno sempre lo stesso effetto: annichilire desiderio e performance. L’uso estemporaneo, magari proprio a fini “sessuali”, può portare invece a un miglioramento qualitativo e quantitativo delle prestazioni. Un’eccezione va fatta, però, per l’eroina che anche a piccole dosi elimina il desiderio sessuale poiché ha un effetto sedativo e tende a chiudere l’individuo nel proprio torpore.
Uno studio, recentemente pubblicato sul Journal of Sexual Medicine, ha analizzato l’associazione tra l’utilizzo di marijuana e la funzione sessuale, aspetto che è stato oggetto di notevole dibattito scientifico. Gli studi finora esistenti avevano mostrato dati contraddittori, riscontrando dati a favore sia di un possibile miglioramento sia di un peggioramento del funzionamento sessuale.
La ricerca in oggetto è stata condotta negli Stati Uniti ed ha preso in considerazione più di 50000 soggetti, di sesso maschile e femminile, con un età media di circa 29 anni. Una correlazione positiva è stata riscontrata tra l’utilizzo di marijuana e la frequenza sessuale sia negli uomini che nelle donne. Per esempio, le donne che non avevano riportato un utilizzo di marijuana durante gli ultimi 12 mesi avevano riportato una frequenza sessuale di 6 volte al mese, comparata con 7,1 al mese in quelle che ne riportavano un utilizzo quotidiano. Allo stesso modo, gli uomini che utilizzavano quotidianamente marijuana riportavano una frequenza sessuale mensile di circa 6.9 volte, rispetto alle 5.6 volte di chi non ne aveva fatto mai uso nell’ultimo anno. Questa correlazione positiva tra l’utilizzo di marijuana ed aumento della frequenza sessuale è stata confermata anche tenendo sotto controllo alcuni fattori socioeconomici e antropologici, come età, etnia, stato civile e titolo di studio. Questo ha permesso di evidenziare che gli individui che fanno uso di marijuana risulterebbero psicologicamente più disinibiti in vari aspetti della vita rispetto a chi non ne fa uso.
Studi meno recenti hanno mostrato come i soggetti che fanno uso di marijuana abitualmente mostrano una migliore resistenza all’insulina, una circonferenza vita inferiore e incidenza inferiore di diabete, quindi l’associazione della marijuana con profili favorevoli ad una migliore vita sessuale.
Secondo le conoscenze attualmente disponibili non può essere ipotizzato alcun impatto negativo di questa droga sulla sessualità: alcuni ricercatori hanno addirittura proposto l’uso di marijuana come potenziale trattamento per le disfunzioni sessuali. Tuttavia, è bene sapere che gli effetti a lungo termine possono risultare dannosi soprattutto nella sfera riproduttiva: ad esempio si sono riscontrati effetti nocivi sui bambini se la madre la assume durante la gravidanza ed una riduzione significativa della conta spermatica in uomini che ne fanno uso per più di una volta a settimana.
Il meccanismo biologico della marijuana nel modulare la sessualità non è del tutto conosciuto; tuttavia è stata documentata la presenza di recettori per i cannabinoidi in quelle regioni cerebrali che si attivano durante l’attività sessuale.
Concludendo, possiamo dire che il ruolo della marijuana nel modificare la funzionalità sessuale e la fertilità rimane ancora dibattuto e non del tutto dimostrato: sono quindi necessari studi ulteriori.
Ringrazio per la collaborazione il Dott. Stefano Eleuteri